(sonoro)

PER CAPIRCI MEGLIO: UNA MINISTORIA DELLA CINA

Come dice Manzoni al capitolo 27 dei Promessi Sposi, "son cose che chi conosce la storia le deve sapere; ma siccome, per un giusto sentimento di noi medesimi, dobbiam supporre che quest’opera non possa essere letta se non da ignoranti, così non sarà male che ne diciamo qui quanto basti per infarinarne che n’avesse bisogno".
      La Cina è un impero e le date si contano associandole agli imperatori. Una delle più antiche fu la dinastia Shang, che regnò dal 1503 al 1028 avanti Cristo. Ad essa seguirono le dinastie Zhou (1027-256 avanti Cristo), durante la quale insegnò Confucio, e Qin (221-207 a.C.), durante la quale avvenne la progressiva unificazione di tutta la Cina. Durante la dinastia Han (202 a.C. - 220 d.C.) la Cina raggiunse le dimensioni attuali. Il popolo cinese ancora oggi si autodefinisce il "popolo Han". Sotto la dinastia Tang (618-906) il governo perfezionò la propria struttura burocratica e ci fu un fiorire di poesia e arte. Il periodo della dinastia Song (960-1279) fu segnato da prosperità e commerci. Verso la fine di questa dinastia, Marco Polo viaggiò in Cina, dal 1271 al 1295. Ci fu poi l’invasione dei Mongoli e il regno di Kublai Khan. Ad esso fece seguito la dinastia Ming (1368-1644), caratterizzata da un grande progresso culturale e artistico e dal potere assoluto esercitato dalla corte di Pechino, tramite gli eunuchi.
      Durante la dinastia Ming, avvenne l’incontro non sempre amichevole con i mercanti portoghesi: Macao fu loro ceduta nel 1557. In quell’epoca arrivarono anche i missionari: Francesco Xavier morì in un’isola cinese nel 1552.
      Nel 1577 il Provinciale gesuita Alessandro Vatignano arrivò a Macao e ordinò ai suoi compagni di perseguire un "adattamento culturale". Il Padre Matteo Ricci, che sbarcò nel 1583, fu tra i giganti dell’inculturazione. Parlò, scrisse e predicò solo in Cinese; e ottenne molte conversioni. Allo stesso tempo i Gesuiti introdussero in Cina il calendario, l’orologio e la geometria di Euclide.
      Nel 1626 gli Spagnoli, provenienti dalle Filippine, occuparono Taiwan, chiamandola "Formosa".
      Nel 1642 gli Olandesi scacciarono gli Spagnoli e si stabilirono nel sud dell’isola.
      Nel 1644 un gruppo di nobili della Manciuria si impadronì del potere a Pechino, dando inizio alla dinastia Ching (1644-1911). Un gruppo di ufficiali irriducibili, fedeli al deposto imperatore Ming, si rifugiarono a Taiwan. il loro leader Koxinga sconfisse gli Olandesi nel 1662, ma poi morì di improvvisa malattia. Durante la dinastia Ching ci fu una ulteriore centralizzazione dell’amministrazione. Il sistema degli esami per accedere a pubblici uffici fu conservato e perfezionato. Corea, Vietnam, Siam e Birmania divennero stati tributari.
      Nel 1689 il trattato di Nerchinsk assicurò il confine nord con la Russia. Quando l’emissario inglese Sir MacCartney’s visitò l’imperatore nel 1793, scoprì che la Cina pensava di applicare il sistema tributario dei vassalli anche alle nazioni occidentali, compresa l’inghilterra. Da Londra risposero che loro andavano in giro per il mondo a riscuotere tasse, non a pagarle.
      Dal 1795 il potere della dinastia Ching cominciò a declinare, per la sua incapacità di venire incontro a una nuova classe di mercanti. Cominciarono a fiorire società segrete. L’imperatore voleva concedere solo a Canton il permesso di "porto di commercio con gli stranieri", ma questi insistevano per avere accesso anche a Ningpo, Amoy e Shanghai. Provocata da una disputa sul commercio dell’oppio, la guerra con l’Inghilterra scoppiò nel 1839 e durò fino al 1842. Nel 1842, con il trattato di Nanchino, la Cina cedeva agli Inglesi Hong Kong e il permesso di residenza in cinque porti della costa sud-orientale: Amoy, Canton, Foozhou, Ningbo e Shanghai.
      Con il trattato di Tianjin, nel 1858, Francesi e Americani furono inclusi nel permesso.
      Nel 1860 parte della Manciuria veniva ceduta alla Russia e la penisola dì Kowloon all’inghilterra. Approfittando della debolezza delle istituzioni, un gruppo di contadini fanatici, guidati da un leader cristiano, diede vita alla rivoluzione dei Taiping, dal 1850 ai 1863, soffocata nel sangue.
      Dal 1860 ai 1870 ci fu un breve rifiorire della dinastia Ching, ma presto gli stranieri si rifecero vivi, Il Giappone attaccò i Cinesi sia a Formosa (1871-1874) sia in Corea (1884). La Cina fu costretta a firmare il trattato di Shimonoseki (1895): la Corea diventava indipendente, mentre Formosa era ceduta al Giappone. Nel frattempo ci furono scontri con i Russi al Nord (1871-81) e con i Francesi in Vietnam (1884-1885), ex stato tributario cinese.
      Nel 1900 la rivolta dei Boxer fu l’ultimo tentativo dell’imperatore di dare la colpa agli stranieri per la disastrosa situazione economica. Nello stesso tempo molti affaristi cinesi all’estero si associavano per un cambio di governo. Sotto la guida del dottor Sun Yat-Sen (1866-1925), la rivoluzione contro l’impero scoppiò nei 1911. Nel 1912 fu instaurata ufficialmente la "Repubblica Cinese", sotto la guida dei Partito Nazionalista Cinese (KMT).
      Nel 1915 il generale Yuan tentò di autonominarsi imperatore, ma senza fortuna.
      Dal 1916 al 1927, mentre le nazioni occidentali si combattevano a vicenda, la Cina fu sconvolta da rivalità e scontri tra "signori della guerra" locali.
      Nello stesso tempo si consolidava una profonda rivoluzione culturale. Il Movimento del Quattro Maggio, del 1919, aprì la strada allo studio della filosofia occidentale, soprattutto Marx, Hegel e Darwin. Nel 1921 a Shanghai un gruppo di giovani radicali dava vita al Partito Comunista Cinese, che si staccò dal partito nazionalista.

      Nel 1928 il generale Chiang Kai-Shek mise fine alle guerre locali, instaurando il Governo Nazionalista, con sede a Nanchino, e garantendo una pace relativa per dieci anni. Il Partito Comunista fu messo fuori legge e i suoi leader, sotto la guida di Mao, costretti a una marcia di migliaia di chilometri per sfuggire alle truppe del KMT. Nel 1937 il Giappone attaccò la Cina, massacrando la popolazione di Nanchino. La guerra durò fino al 1945. Al termine della guerra, i Comunisti sollevarono le masse contadine contro il governo di Chiang Kai-Shek e dopo quattro anni di guerra civile il KMT fu costretto a trasferire il governo della Repubblica Cinese nell’isola di Taiwan.
      Il 1° ottobre 1949 Mao Tse-Tung dava inizio alla Repubblica Popolare Cinese. Il paese fu organizzato secondo l’ideologia comunista. i borghesi, la Chiesa e gli stranieri furono perseguitati. Un tentativo di attacco a Taiwan fallì per l’intervento americano, in ritorsione dell’aiuto che i Cinesi stavano dando alla Corea del Nord. Dal 1950 al 1960 un disastroso piano di progresso economico ("il grande balzo in avanti") causò milioni di morti per fame. Tra il 1962 e il 1970 i rapporti con l’Unione Sovietica e con l’India si incrinarono e ci furono scontri a entrambi i confini. Per distrarre le masse dalle incertezze politiche, Mao lanciò la Rivoluzione Culturale, che durò dal 1966 ai 1976.
      Grazie ai pragmatismo di Nixon e Kissinger e a qualche partita di ping-pong, la Cina di Mao fu accolta nella comunità internazionale. Nei 1975 morì Chiang Kai-Shek; nel 1976 Mao Tse-Tung.
      Nel 1979 gli USA riconobbero la Repubblica Popolare Cinese come legittimo governo della Cina. Nello stesso anno Deng Xiao-Ping lanciava un profondo rinnovamento economico, con il motto: "arricchirsi è bello". Dagli anni ‘80 si instaura in Cina un "socialismo con caratteristiche cinesi". Nel 1989 un movimento studentesco per una maggiore partecipazione democratica è soffocato nel sangue.
      Nel 1997 Hong Kong ritorna alla Cina e nel 1999 Macao. Nel 2000 Taiwan elegge un presidente taiwanese e la Cina entra nel WTO.

Nella foto: Il Memoriale del massacro di Nanchino (1937).

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